Il nuovo progetto europeo DYNASAT, coordinato dall’Università di Bologna, metterà a punto tecniche che permettono, attraverso l’utilizzo di satelliti, di estendere il segnale 5G anche in aree che oggi non sono raggiunte dalla copertura della rete mobileIl 20 dicembre 2020 è partito il nuovo progetto europeo DYNASAT. Finanziato dal programma Horizon 2020 all’interno dell’ambito Space, il progetto è pensato per mettere a punto tecniche che, attraverso mega costellazioni di satelliti non geostazionari, permettano di estendere la rete 5G anche in aree che oggi non sono raggiunte dalla copertura della rete mobile e contribuirà a rafforzare la leadership europea nel campo delle soluzioni satellitari pensate per il 5G, offrendo così risposta ad una delle sfide chiave del settore: la copertura del segnale anche nelle aree rurali.Il lavoro degli studiosi andrà ad inserirsi nel dialogo in corso presso il 3GPP - la collaborazione internazionale per la standardizzazione dei sistemi di telecomunicazione - che riguarda la definizione delle funzionalità dei dispositivi 5G e delle infrastrutture necessarie per il funzionamento della rete. In questo contesto, la sviluppo di costellazioni satellitari potrebbe infatti rivelarsi fondamentale per molti operatori telefonici e in particolare per lo sviluppo di settori cruciali come quello dei trasporti o della sicurezza pubblica.Per rispondere al continuo aumento della domanda di traffico per i dispositivi mobili, gli esperti di DYNASAT puntano quindi a sviluppare nuove tecniche di trasmissione ad alta efficienza che permettano di sfruttare al meglio la capacità delle infrastrutture di rete. Uno sforzo che contribuirà a definire i nuovi standard internazionali per il 5G stabiliti il 3GPP.DYNASAT (DYNAmic spectrum sharing and bandwidth-efficient techniques for high-throughput MIMO SATellite systems) riunisce partner con competenze diverse e complementari nel campo delle telecomunicazioni, oltre ad un comitato consultivo formato da importanti operatori di reti mobili e satellitari. Coordinato dal Dipartimento di Ingegneria dell'Energia Elettrica e dell'Informazione "Guglielmo Marconi" dell'Università di Bologna, il progetto coinvolge anche Martel (Svizzera), Thales Alenia Space (Francia), Magister Solutions (Finlandia), Fairspectrum (Finlandia) ed il gruppo di ricerca SPADiC del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università degli Studi di Parma.