Parma, 9 aprile 2019 - Martedì 9 aprile, alle 17, nel Teatro della Scuola “Luigi Vicini” di via Milano, si terrà l’incontro Coworking. Disseminare nuclei intelligenti per la rigenerazione creativa della periferia. Dopo l’introduzione di Elisabetta Botti, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Micheli”, e Dario Costi, docente di Progettazione architettonica all’Università di Parma e Direttore dello Smart City 4.0 Sustainable LAB, ne discuteranno Veronica Pinetti, Host Coworking di Officine On/off, Fabrizio Montanari, docente del Dipartimento di Comunicazione e Economia dell’Università di Modena e Reggio, uno dei massimi esperti italiani del tema, Aurelio Balestra, CEO di Toolbox Torino, Guillaime Pacetti, Creative Art Director di CUBO Parma e Henry Sichel, General Manager di Caffeina.A seguire l’intervento sul tema del Coworking di Dario Costi, Direttore di Smart City 4.0 Sustainable LAB:«Affrontare il tema urgente della Rigenerazione urbana e del degrado delle nostre periferie vuole dire esplorare le potenzialità che la società contemporanea sta sperimentando in vari contesti per applicare nuovi modelli di interpretazione del lavoro e, al contempo, tornare a vivere la città.Il Co-working è uno delle grandi occasioni che abbiamo davanti a noi e uno strumento straordinario per disseminare nuclei intelligenti per una rigenerazione creativa della periferia.Co-working vuol dire lavorare insieme. Ma non solo. Vuole dire molto di più.Nell’Enciclopedia Treccani coworking significa “Attività di lavoro caratterizzata dalla compresenza in uno spazio fisico condiviso di più liberi professionisti che collaborano tra di loro anche in remoto, mettendo reciprocamente a disposizione le proprie competenze specifiche; in senso concreto, lo spazio fisico da condividere con altre persone per condurre un'attività lavorativa improntata alla collaborazione”.Quale è allora lo straordinario significato di questa parola? Lavorare insieme vuol dire creare luoghi dove si incontrano realtà differenti e si moltiplicano le energie delle nuove generazioni. Co-working significa rianimare quella dimensione civile dei vari mestieri che, nell’obbligatoria (ma fertile) condizione contemporanea di flessibilità e incertezza, trovano lo stimolo necessario per fare squadra, integrare le competenze, costruire occasioni di impegno collettivo mentre si tessono nuove reti di rapporti professionali e, ovviamente, anche umani.A Torino il Toolbox è un coworking che ha rigenerato in dieci anni un’archeologia industriale nel centro della periferia torinese trasformando 10.000 mq di aree abbandonate nella sede ideale per iniziare a lavorare ma anche per insediare gli uffici delle aziende e i centri di ricerca universitaria.A Parma il CUBO nello stesso periodo ha occupato più o meno lo stesso sedime ed è diventato la sede di funzioni urbane che si sono coagulate spontaneamente nei coperti industriali dismessi aumentandone in maniera decisiva l’attrattività e l’intensità di sfruttamento dello spazio. Qui le aziende delle cosiddette industrie culturali amano insediarsi, come nel caso della Creative Digital Agency Caffeina che ha scelto di posizionarsi al CUBO per contribuire a sviluppare (e al contempo assorbire) il clima culturale e sperimentale dei luoghi del co-working.La presenza dei giovani professionisti, le cosiddette “partite iva”, è un fattore essenziale nella costruzione del clima collaborativo e intellettuale che contagia l’ambiente e si propaga nelle aree vicine, creando un indotto di iniziative spontanee di rigenerazione economica dei tessuti urbani.Intorno al CUBO si stanno così propagando azioni di vario tipo che vedono ampliamenti possibili dell’attività, strategia di nuovi collegamenti e l’attivazione di un indotto crescente di attività che vengono attratte dalla concentrazione. Dai nuclei di co-working si allarga una onda rigenerativa che attraversa le periferie e delinea scenari di riscatto per i luoghi degradati attuali e per le giovani generazioni, che possono iniziare a intravedere ambiti di espressione adeguati alle loro competenze ed alle loro sensibilità.Nel quartiere San Leonardo le Officine On/off hanno da tempo iniziato a dissodare il campo e hanno iniziato una semina che potrà dare un raccolto esteso se lo scenario strategico che hanno impostato e che proponiamo potrà trovare sedi adeguate, ventenni interessati e imprenditori illuminati capaci di credere in questa prospettiva.Pensare alcuni nuclei di co-working nel quartiere San Leonardo vuole dire allora immaginare un’azione efficace che potrà in pochi anni integrare nuove generazioni di professionisti e creativi (ma anche di uffici e spazi culturali), arricchendo di idee e presenze positive un quartiere di grande forza identitaria storicamente predisposto a questo rinnovamento.Sarà necessario verificare la praticabilità di questi interventi e scegliere gli ambiti adeguati per vocazione strutturale e spaziale e per le capacità di indotto che potrà attivare.É quello che ci ripromettiamo di fare col gruppo di lavoro del Laboratorio di Ricerca sulla Smart City che dirigo e con i laureandi che stanno studiando il quartiere. Capiremo meglio come e dove immaginare questo scenario in settimana, nell’incontro che si terrà martedì 9 alle ore 17 presso il Teatro della Scuola di Via Milano.Le Associazioni e le Parrocchie, gli abitanti e i genitori delle scuola, tutti i cittadini interessati sono invitati alla discussione aperta da cui capiremo insieme dove e come sarà possibile immaginare la disseminazione di nuclei intelligenti di rigenerazione creativa nel Quartiere San Leonardo».Dario Costi, Direttore di Smart City 4.0 Sustainable LAB Locandina dell'incontro