Parma, 26 febbraio 2019 - Mercoledì 6 marzo, alle ore10.30, nella sala delle Colonne dello CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma si terrà la presentazione del libro Leonardo Ricci. Fare comunità, alla presenza del curatore del volume Emanuele Piccardo, dell’architettoGiovanni Bartolozzi, di Simona Riva e Francesca Zanella dello CSAC.

Nel 2018 si è festeggiato il centenario della nascita di Leonardo Ricci, architetto e pittore romano. La capacità di Ricci fu costruire comunità con l’architettura: questa sua attitudine venne applicata in molte architetture a partire dal villaggio di Monterinaldi, ma fu al centro del suo rapporto con il pastore valdese Tullio Vinay. Vinay offrì l’occasione a Ricci di progettare due centri comunitari in due aree geografiche estreme, in Piemonte a Prali e in Sicilia a Riesi. La ricerca presentata nel libro nasce dalle conversazioni di Emanuele Piccardo con Giovanni Bartolozzi, progettista e studioso fin dai primi anni duemila di Ricci, ma soprattutto dalla visita al Servizio Cristiano di Riesi, noto come villaggio Monte degli Ulivi. Per la prima volta vengono pubblicate fotografie di cantiere dei due casi studio, le lettere tra il committente Vinay e Ricci per il villaggio siciliano insieme ad un corpus di disegni; grazie alla ricerca di archivio compiuta a Prali con l’aiuto di Sara Rostagno, e nell’archivio del Servizio Cristiano a Riesi con l’ausilio di Georgia E. Betz e Pietro Artale.

Il libro è un’opera corale che ha visto coinvolto il direttore del Servizio Cristiano, Gianluca Fiusco, che ha tracciato la complessa e articolata figura di Vinay; lo storico dell’architettura Luca Guido che ha analizzato il rapporto tra l’architettura organica di Frank Lloyd Wright e Leonardo Ricci; Giovanni Bartolozzi invece ha ricostruito l’opera di Ricci nella sua complessità. Infine Pietro Artale, il cui dottorato di ricerca indagava il restauro del villaggio Monte degli Ulivi, ha affrontato il tema del cantiere nella intervista al capomastro Michelangelo Bastile.
In questo modo Leonardo Ricci: fare comunità vuole essere un libro utile alla conoscenza e alla valorizzazione dell’opera di Leonardo Ricci, definito da Bruno Zevi il migliore architetto italiano.

L’incontro, a ingresso gratuito, si tiene in occasione della mostra Leonardo Ricci architetto. I linguaggi della rappresentazione, in programma fino al 7 aprile 2019 presso l’Abbazia di Valserena. Lo CSAC conserva infatti l’archivio di Leonardo Ricci, costituito da 923 materiali progettuali e la mostra vuole essere un’occasione per indagare i differenti linguaggi di rappresentazione utilizzati dall’architetto e le invarianti progettuali, attraversando le principali fasi della sua ricerca in un arco temporale compreso tra la fine degli anni Quaranta e gli inizi degli anni Settanta del Novecento, passando dalle influenze organicistiche di matrice wrightiana negli anni Cinquanta a quelle di natura espressionista degli anni Sessanta. Attraverso una selezione di 9 progetti realizzati e non realizzati si intende mettere in evidenza le principali caratteristiche legate al metodo progettuale, all’attenzione per alcuni temi di ricerca quali ad esempio l’aggregazione volumetrica, lo spazio centrifugo e fluido, la continuità spaziale, le traslazioni e connessioni.

Il percorso espositivo si sviluppa nella Sala delle Colonne della abbazia di Valserena in cui si potranno scoprire 5 progetti disposti all’interno dei classificatori e segnalati a parete da tavole individuate come rappresentative del metodo progettuale oppure della specificità del singolo progetto: il Centro Ecumenico Agape, Prali Pinerolo (1946-47), il Villaggio Monte degli Ulivi, Riesi (1962-68), il Concorso per la Fortezza da Basso, Firenze (1967), Il Progetto per Palazzo per uffici, Milano (1960-70) e il Progetto per Casa Di Sopra (1972).

Emanuele Piccardo

Storico dell’architettura, fotografo e curatore. È direttore della rivista digitale di architettura archphoto.it. Dal 2005 al 2016 la sua ricerca si è focalizzata sull’Architettura Radicale Italiana con mostre, pubblicazioni e conferenze. Recentemente, su questo tema ha curato le esposizioni: Rivoluzione 9999 (Firenze, 2017), Beyond Environment (Los Angeles, 2014; Lissone e San Giovanni Valdarno, 2015), Radical City (Torino, 2012).  Nel 2013 vince il Graham Foundation Grant. Nel 2015 vince la Autry Scholar Fellowship per la sua ricerca “Living the Frontier”. Dal 2014 si occupa del West americano attraverso una ricerca architettonica e fotografica tuttora in corso. Tra i suoi film si ricordano Lettera22 (2009) sull’industriale Adriano Olivetti, L’architetto di Urbino (2015) sull’architetto Giancarlo De Carlo, La balena nel bosco (2017) sull’architetto Vittorio Giorgini. Le sue fotografie sono conservate al Museo MAXXI e alla Bibliothèque Nationale de France. Ha tenuto conferenze alla Princeton School of Architecture, Pratt Institute, Sci-Arc, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino e IUAV.      

Giovanni Bartolozzi

Architetto, è co-fondatore dello studio Fabbricanove di Firenze, con cui ha recentemente realizzato la sede del Milano Luiss Hub e il nuovo Auditorium della B.C.C. di San Cataldo (CL). E' professore a contratto alla Facoltà di Architettura di Firenze dove tiene il Laboratorio di Progettazione Architettonica II. Nel 2008 ha fondato Soqquadro Design, una linea di design autoprodotto che ha collaborato con diverse aziende e che produce prototipi. Ha scritto per numerose riviste tra cui archphoto.it, L’architetto italiano, Anark, Paesaggio Urbano. Ha curato per Giunti T.V.P. Editori le schede e i testi sull’architettura moderna e contemporanea del volume ART PLUS 5. Nel 2013 ha pubblicato il volume Leonardo Ricci. Nuovi modelli urbani, (Quodlibet, Macerata) e nel 2004 il libro Leonardo Ricci. Lo spazio inseguito (Testo&Immagine, Torino). Nel 2018  Fabbricanove è stato selezionato da Mario Cucinella per il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia.

Lo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma iniziò a raccogliere, grazie ad Arturo Carlo Quintavalle, il suo primo nucleo di opere nel 1968, in occasione dell’esposizione dedicata a Concetto Pozzati organizzata dall’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma. Situato oggi nell’Abbazia cistercense di Valserena, conserva materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. Un patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di Moda) e Spettacolo (100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi). Lo CSAC oggi è uno spazio multifunzionale, dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica. Una formula unica in Italia, che mantiene e potenzia le attività sino ad ora condotte di consulenza e collaborazione all’istruzione universitaria con seminari, workshop e tirocini, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi (oltre 120 dal 1969 ad oggi), e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei tra cui la Triennale di Milano, il MAXXI di Roma, il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center, il Design Museum di Londra, il Folkwang Museum di Essen e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid. www.csacparma.it

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