Parma, 22 gennaio 2018 – Mercoledì 24 gennaio, alle ore 9 nell’Aula dei Filosofi del Palazzo Centrale dell’Università di Parma (via Università 12), avrà inizio il convegno “Il re-cycle urbano: diritti, doveri, opportunità”, organizzato dal Dipartimento di Ingegneria e Architettura – Unità di Architettura dell’Ateneo di Parma e dagli Assessorati alle politiche di pianificazione del territorio e alle politiche di sostenibilità ambientale del Comune di Parma.

Dopo la presentazione di Paolo Andrei, Rettore dell’Università di Parma, e di Rinaldo Garziera, Direttore del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, i lavori verranno introdotti da Paolo Giandebiaggi, docente dell’Ateneo. 

Tra i relatori, Carlo Mambriani, Paolo Ventura, Michele ZazziPaolo Michiara dell’Università di Parma, Tiziana Benassi e Michele Alinovi, assessori del Comune di Parma, Giuseppe Piperata dell’Università IUAV di Venezia, Marco Dugato dell’Università di Bologna, Michela Tiboni dell’Università di Brescia, e Massimo Iotti, Consigliere della Regione Emilia-Romagna.

La società contemporanea ormai considera virtuosa la pratica di recuperare, riusare, riciclare materiali e prodotti onde salvaguardare l’ambiente, ridurre i consumi e soprattutto gli sprechi, economizzare le azioni quotidiane. La città, quale parte del territorio in cui ormai vivono la maggior parte degli esseri umani, è la protagonista di queste azioni. Trasferire però questi concetti sul riuso del patrimonio edilizio esistente, sul suo riutilizzo laddove è stato abbandonato o sottoutilizzato, appare ancora incontrare difficoltà sia sulla sua ampia applicazione quale metodologia privilegiata del fare costruttivo, sia sulla diffusa convinzione della anti-economicità dell’intervento in sé e dell’enorme difficoltà di realizzazione. Occorre contribuire ad una teoria del riciclo urbano che possa divenire la pratica corrente rimuovendone gli ostacoli che ancora lo limitano, amplificare i benefici di tale tipo di intervento, e diffonderne i casi realizzati onde mostrare a tutti i vantaggi pubblici e privati di simili realizzazioni e contrastare il consumo di suolo. In Italia infatti sono stati costruiti in questi anni, dal 2000 ad oggi, una media di circa 300 milioni di metri cubi all’anno di nuove costruzioni e ciò nonostante almeno da 10 anni a questa parte, la crisi del settore abbia rallentato di molto la produzione ed il relativo mercato. La città è tuttora disseminata di edifici abbondonati, inutilizzati, il cui deperimento pone non solo evidenti questioni ambientali, ma anche etiche e sociali, viste la richiesta pressante, in particolare di alcune categorie svantaggiate, di alloggi, case, ripari familiari. La giurisprudenza, la ricerca universitaria, le amministrazioni pubbliche si confrontano sullo stato attuale dell’attuazione del RE-CYCLE URBANO, e su quali proposte, su quali azioni mettere in campo per favorirne l’ulteriore diffusione ed applicazione concreta. La presentazione del libro uscito nel 2017 “Agenda RE-CYCLE – Proposte per reiventare la città”, che raccoglie gli atti di un’ampia ricerca universitaria sull’argomento, diviene l’occasione per fare il punto sull’argomento.

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